Recensione ‘Frammenti di vita’ di Cristina Rotoloni a cura di Emanuela Arlotta

Mar 27, 13 Recensione ‘Frammenti di vita’ di Cristina Rotoloni a cura di Emanuela Arlotta

La Vita non è un unico corpo pesante, la Vita è costituita da tanti granelli, che Cristina chiama ‘frammenti’, da tante sfaccettature, tanti episodi, che ne costituiscono altrettante parti costituenti. E ci sono frammenti che cambiano il corso dell’esistenza e frammenti che ne aggiustano la direzione, altri che lasciano nell’indifferenza. Quelli raccontati da Cristina trafiggono la sensibilità del lettore che ne carpisce in maniera chiara e indelebile il messaggio e la grande sofferenza dei protagonisti.

‘Io Sono’ è quasi un grido di vendetta e di riscatto nei confronti delle persecuzioni personali alle quali è soggetta la ragazza che fa da voce narrante, la quale si interfaccia in maniera diretta con il lettore, quasi lo considerasse un amico a cui raccontarsi e al quale rammentare il proprio status di Essere Vivente.

Nel racconto ispirato al devastante terremoto de L’Aquila di qualche anno fa, Cristina mette in scena la sua anima, raccontandosi attraverso quei momenti che hanno segnato per sempre l’esistenza di tante persone. Da queste pagine emerge la forza d’animo dell’autrice che affronta con coraggio una situazione surreale nella quale si trova suo malgrado immersa. Emerge la sua sensibilità e la sua voglia di aiutare prima ancora di aiutarsi. Emerge la sua umiltà nel descrivere ciò che ha ricevuto dalle persone che ha consolato piuttosto che soffermarsi sulla solidarietà  regalata a chi era in difficoltà.

E successivamente racconta dell’amore, quello che non conosce sofferenza, che va avanti nonostante l’incomprensione, la difficoltà, il tradimento, l’amore che continua a nutrirsi di speranza anche laddove tutto sembra oscuro.

Del rapporto genitori-figli, analizza con cura il bisogno viscerale e incompreso di amore e accettazione di un bambino, poi divenuto ragazzo. Un ragazzo fragile e ferito, stanco di gridare le sue mancanze, la sua sofferenza, verso un muro di indifferenza, che alla fine riesce a trovare una via d’uscita al suo dolore, l’unica via possibile per non annegare.

Non manca la fantasia nell’avventura inconscia vissuta da un uomo che si imbatte in una figura incappucciata che scoprirà essere la Morte.

Infine, l’ultimo frammento, è dedicato a coloro che non si amano abbastanza, a coloro che non hanno chiaro il loro valore e che ripetono all’infinito un ciclo di sofferenza auto-convincendosi che le cose siano diverse, che possano essere cambiate, trovandosi poi di nuovo al punto di partenza come vittime di un circolo vizioso del quale sono prigioniere.

Frammenti di vita vissuta, reale, tangibile, frammenti racchiusi in un bocciolo di sensibilità e di acutezza, attimi dipanati dalla penna vivace e incisiva dell’autrice.

 

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